Consigli delle Guide Alpine

 capitoli:

 

CAMMINATE IN SALITA

Su viottolo o sentiero

In equilibrio naturale, come quando si cammina su strada. La lunghezza ed il ritmo del passo devono essere regolari; esso va praticato in modo da essere il più elastico possibile e va coordinato con la respirazione.

Costruire in anticipo con lo sguardo l'avanzamento.

Su sentieri molto ripidi, posare i piedi su pietre stabili, o su gradini di terra, che non rischino di cedere.

Su pendio d'erba

Il tipo stesso di terreno è pericoloso perché l'erba nasconde delle irregolarità; se è bagnata, inoltre, diventa molto scivolosa.

Gli appoggi che si trovano non sempre trattengono il peso dell'alpinista. E' importante:

  • mantenere sempre l'equilibrio ritti sui piedi, o appoggiando la mano aperta su una larga zolla d'erba con il braccio disteso; le mani servono a mantenere l'equilibrio del corpo;
  • usare, all'occorrenza, il ciuffo d'erba come appiglio afferrandolo a piene mani, in un movimento di torsione, in modo da far lavorare ogni filo d'erba.

Non ci si dovrà appoggiare con il corpo (fianchi o dorso) sul pendio erboso, perché in questo caso, alleggerendo i piedi, le suole perdono aderenza e tendono a scivolare.

Su pietraie e ghiaioni

Evitare al massimo le zone di pietrisco sottile, che vanno utilizzate piuttosto in discesa.

Il pietrame grosso, blocchi o terra, permettono una progressione più facile. Nei canali detritici seguire una delle due sponde, in modo da potersi aiutare con le mani (appigli di roccia o arbusti).

Su morena

La morena si percorre possibilmente seguendone la cresta, che è sempre la più solida e più sicura.

Su pendii di terreno gelato o scivoloso

Attraversare un ripido pendio in queste condizioni diventa estremamente pericoloso. Procedere facendo delle tacche, aiutandosi con qualsiasi attrezzo disponibile.

Legarsi è utile solo se si può fare una assicurazione adeguata.

Nei canali o in fondo alle gole

Sulle pietraie (specie se si è in parecchi), avanzare sulla stessa linea di pendenza, per evitare la caduta di pietre.

Nei canali o nelle gole, avanzare il più possibile raggruppati o uno alla volta, mentre gli altri sono al riparo. Il più esperto camminerà da primo in salita e da ultimo in discesa.

Su lastroni di roccia poco inclinati

Su questo tipo di terreno si procede sfruttando l'aderenza delle scarpe, badando che la superficie di contatto delle suole sia la più ampia possibile. Posizione dei piedi leggermente divaricata, caviglie, ginocchia e busto flessi.

 

CAMMINATE IN DISCESA

Discesa normale sul sentiero

La discesa stanca più della salita per la dinamica del passo. Scendere nel modo più elastico possibile, senza lasciarsi cadere da un piede all'altro.

Discesa ripida senza sentiero

Si può scendere direttamente attraverso nevai, ghiaioni, pendii d'erba o di terra, dirupi ecc.

Questo tipo di discesa può essere praticata anche come allenamento fisico e psichico (rapidità di riflessi). Con un buon allenamento si riesce a scendere di slancio anche su pendii molto ripidi, dove in condizioni normali si esiterebbe.

Tenere presenti le seguenti regole:

  • adattare molto velocemente il passo al tipo di terreno
  • scendere a gambe flesse (miglior e maggiore effetto ammortizzante e controllo dell'equilibrio)
  • tenere il busto flesso in avanti, per non cadere sul dorso
  • controllare la velocità facendo dei piccoli passi ma veloci
  • se si ha lo zaino allacciare la cinghia ventrale (uno zaino di media grandezza deve avere le cinghie ben strette con posizione spostata in alto, pesando sulle spalle, durante la discesa; con cinghie lente e in posizone poggiata sulle reni e in basso sulla schiena durante la salita)
  • utilizzare le braccia per bilanciare l'equilibrio
  • lo sguardo deve prevenire i movimenti dei piedi

 

PROGRESSIONE SU FERRATE

Attrezzatura necessaria

  • casco
  • imbrago
  • metri 3 di corda, diam. 9 / 11 mm.
  • un dissipatore
  • due moschettoni da ferrata
  • uno spezzone di corda da 9 mm. lungo circa 1,2 metri

Modo di legarsi

Lo spezzone lungo è inanellato nel dissipatore [seguire le indicazioni del dissipatore: in genere il cordino più sottile (9 mm.) fa un giro in più rispetto a quello più spesso (11 mm.)] e ai capi di uscita si applicano i due moschettoni bloccati con nodo strozzante.

Il dissipatore viene legato con due giri del cordino più corto all'imbrago, chiuso con doppio nodo a contrasto.

 

Modo di procedere

Su corda fissa (sia in discesa che in salita)

La continuità della corda fissa è sempre interrotta da punti di fissaggio (chiodi o ancoraggi vari).

Agganciare uno dei due moschettoni collegati all'imbragatura nella corda fissa e continuare normalmente, facendo scorrere il moschettone fin quando si arriva all'interruzione successiva; agganciare il moschettone libero nel tratto successivo prima di sganciare l'altro e così di seguito.

Su scala metallica a pioli

Nel caso che di fianco alla scala o ai gradini ci fosse una corda fissa, la progressione in sicurezza avverrà come su corda orizzontale.

Se non ci fosse corda fissa di fianco alla scala si procederà in questo modo: agganciare il primo moschettone al gradino più in alto possibile, alzarsi sulla scala fino a che il moschettone agganciato non sia all'altezza della vita, quindi, prima di sganciare lo stesso, agganciare il secondo moschettone al gradino della scala il più alto possibile e proseguire così di seguito [riportando alla stessa altezza anche il primo moschettone n.d.t.]. Eseguire le manovre sempre con una mano sola, mentre con l'altra ci si terrà aggrappati saldamente ai gradini della scala o alla corda fissa.

N.B. In traversata si agganciano entrambi i moschettoni per evitare lo scorrimento del dissipatore in caso di caduta.

Sui tratti verticali si aggancia un solo moschettone per far funzionare in modo normale il dissipatore in caso di caduta.

 

PROGRESSIONE IN ARRAMPICATA

Principi fondamentali

  • ricerca dell'equilibrio
  • sensibilità dei piedi
  • concentrazione
  • coordinazione dei movimenti
  • minimo sforzo
  • massima sicurezza

Se la roccia non è verticale, la ricerca dell'equilibrio impone di mantenere la posizione verticale, per cui il corpo è staccato dalla roccia.

Arrampicare con calma e serenità pensando a quello che si sta facendo ed economizzando le proprie forze, dosandole opportunamente.

Regole generali

  • arrampicare il piu' possibile sui piedi, gambe leggermente divaricate
  • se la parete non e' verticale non incollarsi contro la roccia
  • non ricercare appigli [mani] o appoggi [piedi] troppo in alto, mani possibilmente all'altezza degli occhi
  • movimenti calcolati e regolari
  • non tirare con le braccia ma spingere con le gambe
  • pensare a quello che si sta facendo e arrampicare con intelligenza
  • guardare sempre il passaggio più in alto e prevedere i movimenti necessari per superarlo
  • poter sempre ridiscendere
  • cercare nel possibile un'andatura regolare
  • mantenere una respirazione regolare
  • osservare sempre la regola dei tre punti di appoggio [2 piedi 1 mano, 2 mani 1 piede]
  • gli appigli piu' piccoli sono spesso i più sicuri
  • cercare gli appigli ed appoggi possibilmente orizzontali

La progressione avviene spostando il corpo da un appiglio o appoggio all'altro con elasticita', economizzando gli sforzi.

Non gettarsi su un appiglio o appoggio senza conoscerne la sua affidabilita'. Verificarne la solidita' colpendolo con la punta della scarpa, con la mano o le nocche delle dita, sempre dal basso verso l'alto. Non afferrare e scuotere l'appiglio ma batterlo: il suono a vuoto indica un appiglio o un appoggio mal sicuro.

Gli appigli o appoggi piccolissimi si utilizzano con la punta delle dita o con la punta o bordo interno o esterno della scarpa.

 

CONSIGLI SU COME SISTEMARE LO ZAINO

Come riempirlo

Anche se lo zaino è indicato come waterproof avvolgere sempre il contenuto (vestiario e oggetti delicati) dentro sacchettini di plastica (al supermercato si trovano pacchi di buste trasparenti a misura di maglietta) possibilmente con l'apertura della busta rivolta in basso, soprattutto se in minaccia di pioggia.

Oggetti pesanti: posizionarli dal lato della schiena vicino alle bretelle o alle anche, per fare meno sforzo e non sbilanciare indietro o in alto il baricentro dell'andatura.

Sacco a pelo: in fondo allo zaino, racchiuso in protezione impermeabile.

Tappetino/stuoino: allargato internamente, contro le pareti, inserendo il carico all'interno; o arrotolato fissato esternamente sulle cinghie superiori o inferiori (attenzione alla sporgenza) o laterali.

Ramponi: assemblati con le punte internamente, serrati con le proprie fascette o chiusi nell'apposita busta di tela si possono inserire all'interno dello zaino o fissarli con le cinghie o gli elastici esterni superiori.

Piccozze/martelli: (quando presenti asole e cinghiette) infilarli con la punta in basso sulle apposite asole, ruotando in alto il manico da fissare con la cinghietta.

Come indossarlo

Una volta caricato sulle spalle allacciare la cintura alla vita e regolare attraverso la lunghezza delle bretelle l'altezza dello zaino sulle spalle: l'attacco delle bretelle allo zaino (a volte puo' essere esso stesso regolabile) deve essere 2 o 3 cm. sotto il punto piu' alto della spalla.

Eventuali cinghie di bilanciamento del carico servono per regolare la posizione in salita e in discesa: piu' appoggiato sulle anche e lento sulle spalle in salita, più avvicinato e poggiato sulle spalle in discesa. In generale nelle discese e nelle arrampicate e' piu' stretto e avvicinato al corpo per avere meno gioco nei movimenti.

Manutenzione

Vuotare sempre e pulire lo zaino dopo l'uso.

Poco sporco: rimuovere la polvere e la terra con una spazzola morbida.

Mediamente sporco: strofinare con un panno umido

Macchie: in genere vanno via lavando con sapone neutro

Macchie resistenti: si può usare poco alcool misto ad acqua, ma solo se necessario, perche' danneggia il tessuto e il trattamento impermeabile.

Non lavarlo a secco.

 

Fine dei Consigli

Se volete sapere altro compratevi un libro o un manuale serio, altrimenti usate il buon senso.

I passi sono tratti dal "Testo tecnico delle guide alpine",
Comitato Trentino Associazione Guide Alpine Italiane, Editrice Alcione

e dal libretto del mio zaino.

[ home ]